E’ Natale è Natale si può fare di più!

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Sono autorizzata a canticchiare sta canzoncina fino al 6 gennaio non mi dite niente! Non ci posso fare niente il Natale mi mette di buon umore….ma cos’è il Natale?

Natale è… arrivare a casa e trovare mamma e papà con i termosifoni accesi che ti dicono “Hai visto che freddo?” mentre tu gioisci di avere solo il cappottino addosso e non piumone, sciarpa e cappello e per l’occasione hai cercato e indossato gli occhiali da sole!

Natale è…nonna che riempie il barattolo dei taralli perchè sa che ne mangerò un sacco.

Natale è… mia nipote che apre la porta, mi vede dopo mesi e mi dice “Ah guarda un po’ chi si rivede! Sei pronta per sfidarmi a just dance zia o sei troppo vecchia?”

Natale è….puzzare di fritto dal 21 al 26, perchè al sud iniziamo a cucinare il 21 per il cenone del 24 e il 26 si festeggia Santo Stefano…”A menestra maritata…pe pulizzà o stommaco!” (La “minestra maritata” per pulire lo stomaco) se non fosse che poi nella suddetta verdura mettono carne a gogò e già che ci siamo…abbiamo il forno…non le facciamo le pizze?

Natale è…dormire nel mio lettino, sentire l’odore delle lenzuola pulite che odorano sempre allo stesso modo da trent’anni e sono sempre così bianche…non come quelle che lavo io.

Natale è…aprire il frigo e vederlo pieno…è trovare il Parmigiano Reggiano e non il formaggio di merda del Lidl…è bere acqua minerale e non quello della fontana…è avere la frutta fresca…è farsi coccolare e dimenticare l’invio dei curricula senza risposta per qualche giorno..affogare l’ansia in un bicchiere di vino casereccio, in una canzone intorno al tavolo…

Natale è…guardare la tv a cena e vedere Matteo Renzi ed è a lui che indirizzo la mia letterina di Natale…

Caro Matteo Renzi,

sono troppo anziana per credere a Babbo Natale e allora scrivo a te. Ti ho sentito parlare stasera mettendo da parte lo shock delle tue foto fonziane su Vanity Fair. Parli di contratto unico…di ascoltare la gente. Eccomi! Sono la gente e ti parlo col cuore. E’ Natale e la mia gioia è di vedere la mia famiglia ma anche di poter scegliere che amaro bere stasera mentre ti scrivo. Ho trent’anni, ho studiato e non ho un lavoro. Non mi piango addosso, come me ce ne sono centomila, io cerco solo di dargli una voce. Vi chiedete come risollevare l’economia, voi politi, caro Matteo, dopo anni di sacrifici, secondo te, se avessi uno stipendio non lo spenderei? Comprare italiano? Eccerto! Ogni mese un vestito Max&Co., ogni settimana Parmiggiano Reggiano, se mi dice bene una volta all’anno compro una borsa Prada! Caro Matteo come si fa? In realtà lo trovo semplice: smettete di autorizzare gli stage. Non si può lavorare gratis a Mattè, la cosa è semplice. Le aziende ti dicono non ci sono soldi per le assunzioni…CHIUDETE! Matteo facevo la receptionist, ho perso il lavoro, al posto mio una stagista gratuita…ti domando: quell’azienda aveva bisogno di una receptionist? Sì ma se la puoi avere gratis perchè pagarla? Mio fratello sta facendo uno stage gratuito, è architetto, è l’unico che lavora in quel settore. da chi sta imparando? E cosa? E quando lui finirà chi curerà quel settore? Sai quanti neo-laureati in architettura ansiosi di fare uno stage? Matteo, ti prego, te lo chiedo come regalo di Natale, vieta gli stage.

Caro Matteo parli di scuola, vuoi parlare con gli insegnanti…eccoti la botta di culo…insegno! Insegno è un parolone…vivo col telefono accanto, aspetto una chiamata. A volte squilla…sono le sette e mezza…tra mezz’ora mi vogliono in una scuola, tre giorni, corro. Gli altri insegnanti mi dicono che sono molto giovane, mi chiedono se sono felice di avere qualche giorno a scuola. Mi viene da piangere. Ho trent’anni, non sono giovane, vorrei una casa di cui dipingere le pareti, vorrei quadri da appendere al muro, cibi da cucinare, amici da invitare a cena. Se sono contenta per tre giorni di supplenza? Sono stressata, mi cadono i capelli, mi sento cinquant’anni, non vedo l’ora che le ore finiscano per tornare a mandare curricula, i ragazzi urlano, non mi rispettano, d’altronde io sono solo una supplente e quelli non ascoltano manco più i professori fissi figurati me! Se gli dici stai zitto il giorno dopo ti ritrovi i genitori che ti fanno il terzo grado “Signora suo figlio sale sui banchi e canta O’ sol’ mio solo perchè ha capito che sono di giù!” “Professoressa è colpa sua e della sua scarsa esperienza.” Caro Matteo abolisci le scuole private dove gli alunni ti guardano e ti dicono “Prof. forse non ha capito…mio padre ha una fabbrica, mi costringe a venire qua, abbiamo pagato, verrò promosso. Non c’è bisogno che mi convinca che l’inglese è bello.” Matteo non finanziare questi posti, i miei alunni hanno borse che costano quanto un mio affitto, dai quei soldi al pubblico che ci contano le fotocopie.

Caro Matteo io ti saluto da parte mia e di tutti i poveri precari, disperati e con le occhiaie come me.

E a tutti loro, a tutta la mia generazione precaria, fallita, appesa ad un filo mando un augurio di buon Natale. Noi che sappiamo cosa vuol dire essere umiliati, noi che sappiamo che vuol dire solitudine, noi che sappiamo quanto il Natale ci rinfranchi l’anima e ci dia la voglia e la forza di ricominciare.

Buon Natale! Riposate bene e tornate carichi!

E salutatemi le renne!

Xo, xo la vostra ragazza col tacco…questa volta…rosso!

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